Vicoli antichi, case che profumano di storia. Una passeggiata nelle contrade di Varallo è un viaggio indietro nel tempo.
Questo è il borgo medievale della città, l’antico cuore pulsante del commercio cittadino, che brulicava di botteghe e artigiani. Oggi l’anima commerciale è venuta meno, anche perchè le contrade non sono popolate tanto come in passato, ma rimangono uno dei passaggi più affascinanti di Varallo.
Il centro delle contrade si può identificare nella piazza dove un tempo sorgeva il Palazzo Pretorio, edificato nel XIV secolo come residenza del gran podestà, rappresentante l’autorità ducale milanese in Valsesia; era sede inoltre del potere giudiziario e delle carceri mandamentali (attive fino ai primi decenni del Novecento). Da questa piazza (un tempo detta “piazza del grano”, oggi piazza Calderini) inizia l’itinerario nelle contrade che conservano ancora i nomi antichi, memoria dei prodotti locali che qui erano venduti.
Via Alberganti un tempo era la strada principale di Varallo prima dell’apertura della “via nuova”, oggi via Osella, passaggio obbligato per raggiungere il ponte sul Mastallone, l’alta valle e i valichi che conducevano in Francia. Questa via esiste sicuramente da più di un millennio ed era denominata “contrada del burro” o “via dei mercanti” ed era il punto nevralgico del commercio cittadino, come testimoniano le numerose botteghe al piano terreno delle case. A monte c’è via Albertoni, denominata “contrada del vino” (un tempo contrada del fieno). Questo tratto ospitava le case di alcune famiglie più in vista di Varallo, e proprio qui si possono ancora ammirare alcuni tra i più bei palazzi. La Piazza Ravelli, detta “piazza della tela” probabilmente perché qui venivano commercializzate le tele che, importate dall’estero specialmente da Germania e Svizzera, venivano “imbiancate” nei prati della Mantegna.
Al centro di questo “budello” interno del centro cittadino si trova il Palazzo “Baldissarri-Pitti”, edificato nel XVII secolo e completamente restaurato: di particolare bellezza architettonica con balconi in ferro battuto e fregi di gusto barocco.
Tra le altre vie del centro storico meritevoli di attenzione c’è anche via Don Maio, un tempo chiamata la contrada dei nobili, dove i tre palazzi che fanno da sfondo sono tutti appartenuti a importanti famiglie valsesiane.